COPAGRI SARDEGNA: GOVERNO E REGIONE AFFRONTINO LA CRISI GENERALE CHE INVESTE LE CAMPAGNE
“Copagri Sardegna si schiera a fianco dei pastori sardi che si sono mobilitati oggi, così come sono al fianco degli allevatori di bovini, di suini, degli ortofrutticoltori. I pastori lamentano giustamente la compressione dei redditi a seguito del vertiginoso aumento dei prezzi del gasolio e mezzi tecnici quali mangimi, concimi che vanno ad erodere la remunerazione del latte che ha raggiunto livelli rispettabili per gli associati alla cooperazione; molto meno, e senza motivazioni, per i conferitori all’industria privata di trasformazione.”
Così Pietro Tandeddu, responsabile nazionale per Copagri del comparto ovicaprino. “Restano comunque in piedi i temi sollevati all’indomani delle proteste del 2019, come l’esigenza di avere piena trasparenza sui quantitativi di latte conferito e sulle produzioni lattiero-casearie; solo 3 giorni fa AGEA ha approvato le istruzioni operative per l’attivazione del registro telematico, e sono passati 3 anni. Così come la definizione di un nuovo ed efficace disciplinare del pecorino romano, la definizione di un contratto-tipo regionale che regoli i rapporti contrattuali concordando una griglia regionale sulla qualità ed i parametri per il suo concreto riconoscimento, la verifica e ripresa di una seria azione di selezione genetica. Tutti temi che si è chiesto da tempo vengano approfonditi in specifico tavolo di filiera. Senza contare i riflessi negativi che esercita oggi sugli allevamenti la ripresa della blue tongue che è affrontata con scarsa efficienza da parte delle istituzioni. ”
“La questione dell’aumento incontrollato e repentino dei costi aziendali – rileva Ignazio Cirronis, presidente regionale di Copagri – non riguarda solo il comparto ovicaprino; impatta negativamente sui produttori di latte vaccino, sui suinicoltori, sui produttori ortofrutticoli e sul resto dei comparti. Se per i costi dell’energia si prospetta un intervento dello Stato, non altrettanto si rileva per le altre componenti del costo di produzione. La 3 A di Arborea fa fatica a garantire un’equa remunerazione del latte agli allevatori sardi con il pericolo della chiusura delle stalle; i suinicoltori, dopo immensi sacrifici, attendono ancora l’erogazione dell’aiuto per il benessere animale e l’apertura dei mercati; gli ortofrutticoltori non sanno nemmeno se la Regione ha provveduto ad impegnare i tecnici per la valutazione dei danni provocati questo autunno dalle forti piogge alluvionali. La Regione anziché esprimere il massimo impegno verso la soluzione dei problemi contingenti e strutturali, aprire i tavoli necessari di confronto, ricercare all’interno del bilancio una qualche soluzione, pare impegnata, nella discussione della legge di stabilità per il 2022 a prospettare nuovi rinvii in materia di sviluppo dei settori produttivi, ripercorrendo la strada di una nuova “ omnibus”. Errare è umano, perseverare è diabolico”