Manovra finanziaria RAS 2022 – 2024: considerazioni e proposte di Copagri Sardegna

Manovra finanziaria RAS 2022 – 2024: considerazioni e proposte di Copagri Sardegna
Condividi

Si prende atto della volontà dell’Amministrazione regionale di andare verso l’approvazione di una legge di stabilità e di bilancio di carattere “politico“, come stabilito dalla norma, evitando quanto avvenuto lo scorso anno con l’approvazione di una manovra in due tempi. Continuano comunque ad essere violati i termini stabiliti dalla legge per la presentazione e successiva approvazione della manovra finanziaria per cui non può essere evitato l’esercizio provvisorio. La Regione Sardegna è probabilmente l’unica in Italia a non approvare la legge di stabilità entro il 31 dicembre.

Non si può non rilevare l’assenza di un minimo confronto preventivo tra la Giunta e le forze sociali. L’assessore della Programmazione ha convocato un breve incontro con le parti datoriali semplicemente per annunciare la presentazione della manovra, in assenza di documentazione che ne indicasse gli orientamenti; il che evidenzia una carenza di concertazione e uno scarso dialogo che penalizza le forze sociali e che non giova alla stessa Amministrazione.

Non si fornisce, come in altre occasioni sottolineato, un quadro complessivo che evidenzi, per i diversi strumenti programmatici e finanziari ( Accordi Stato-Regione, Fondo di Coesione e Sviluppo, PNRR, Fondo nazionale per le infrastrutture) orientamenti, obiettivi e risorse già definite al fine di poter collocare, in quel contesto ed in modo coordinato, le risorse del bilancio ordinario. Con riguardo alla programmazione dei Fondi strutturali europei per il periodo 2021-2027, per il settore agricolo 2023-2027, mentre assistiamo ad un costante coinvolgimento dei tavoli partenariali per il FESR e FSE, osserviamo che si è tenuto, relativamente alla nuova PAC (Politica Agricola Comunitaria) un solo incontro con l’assessore di riferimento, peraltro più volte sollecitato dalle organizzazioni agricole, per la trattazione di uno specifico tema, senza aver potuto ad oggi, a termini scaduti per la presentazione del Piano Strategico Nazionale, confrontarsi su strategie ed obiettivi da perseguire. Abbiamo rilevato in questi giorni la volontà del ministero di escludere il comparto ovicaprino da sostanziose misure di sostegno; non conosciamo ancora i contenuti che la Sardegna intende inserire nel Piano Strategico e su quali risorse potrà contare in materia di Sviluppo Rurale; se il governo regionale vorrà rivendicare il rispetto del principio di insularità, già riconosciuto in precedenti fasi di programmazione agricola (2007 -2014) e una maggiore quota di cofinanziamento nazionale in considerazione del fatto che la Sardegna è tornata fra le Regioni meno sviluppate per via di una diminuzione del Pil pro capite.

OSSERVAZIONI DI MERITO ALLA PROPOSTA DI LEGGE DI STABILITA’ E DI BILANCIO.

Da più anni andiamo rivendicando una maggiore attenzione al settore agricolo, in particolare agli interventi rivolti direttamente alle imprese agricole, da parte del bilancio ordinario. E’ fuorviante sottolineare che al settore agricolo si destina per il 2022 la somma di 230 milioni di euro quando tutti sappiamo che, di questi, 120 circa sono destinati alla gestione delle agenzie agricole, oltre 41 milioni ai consorzi di bonifica, altri ai GAL, alla neonata Associazione regionale di aggregazione delle vecchie APA, ecc. Nessuno disconosce che tali organismi sono nati per esercitare un’utile funzione, ma ciò avviene senza misurarne l’efficienza, specie del neonato Organismo Pagatore che dovrebbe
fornire all’Amministrazione e alle rappresentanza agricole , per ogni forma di aiuto, un quadro periodico che evidenzi: domande presentate, domande non accoglibili e causa del loro mancato accoglimento, domande accolte, domande istruite, domande da istruire, domande pagate ; è questo il solo metodo che può consentire un attento monitoraggio.
Relativamente al ruolo delle Agenzie, si è già segnalato, specie con l’attribuzione di nuove funzioni a Laore, lo stravolgimento, in totale assenza di un dibattito aperto, del loro ruolo originario, basato sulla specializzazione delle funzioni, che rischia di bloccarne o ritardarne l’attività.

Alle imprese agricole, nella sostanza, pur in presenza di un incremento delle entrate regionali che assommano ad oltre 9 miliardi, sono riservati solo alcuni capitoli, frutto, prevalentemente, di vecchie normative e che si fa bene comunque a riconfermare come quelli destinati:

  1. agli interventi regionali orientati a far fronte alle calamità naturali (in questo ambito si spera che le risorse specifiche destinate ad Agris a seguito degli incendi estivi dello scorso anno nel Montiferru, siano orientate non solo al recupero deli oliveti danneggiati ma anche a sostenere il reimpianto, da parte degli olivicoltori);
  2. alle misure di sostegno delle OP;
  3. al credito;
  4. al sostegno della cerealicoltura;
  5. all’acquisto di riproduttori bovini.

Si rileva che , per alcuni capitoli di spesa, manca, nell’Allegato tecnico, il riferimento alla/e norma/e che li hanno istituiti il che non rende il bilancio di facile lettura. Si rileva, ad esempio, che è istituito il Capitolo SC08.9291 con una dotazione di € 400.000 destinato al Distretto delle eccellenze agroalimentari della Sardegna di cui non si conosce
l’esistenza
e che non ha uno specifico riferimento legislativo; a meno che non si intenda sostenere l’avviamento di tutti i distretti che saranno riconosciuti a norma della legge regionale n. 16/2014, il che troverebbe il nostro pieno assenso. Nel qual caso si dovrebbe provvedere a riformulare la disposizione.

Su alcune norme di nuova introduzione, si osserva quanto segue:

a) In merito al riferimento all’agricoltore-custode, esso nasce da una previsione della legge regionale sulla biodiversità. Riteniamo che il suo ruolo vada allargato attraverso il recepimento della normativa nazionale da tempo vigente orientata a rafforzare il ruolo multifunzionale delle imprese agricole per consentire l’affidamento ad esse da parte degli Enti Locali ed Enti pubblici di diversa natura, di interventi rivolti alla tutela del territorio, manutenzione del verde pubblico, pulizia strade rurali, tutela del bosco, interventi di sistemazione idraulica e forestale, pulizia delle campagne e, secondo quanto previsto dall’art. 5, comma 2 del Regolamento (CE) n. 1857/2006 della Commissione del 15 dicembre 2006, alla “conservazione di elementi non produttivi del patrimonio situati in aziende agricole, quali elementi di interesse archeologico o storico”.

b) Bene l’integrazione di fondi per i Progetti Integrati di Filiera per i quali si vorrebbe però fosse riconosciuta la modalità privilegiata di finanziamento delle imprese agricole;

c) Riteniamo estremamente utile la previsione, come attivato anche nel passato, di un aiuto ai Comuni per l’elaborazione di Piani di valorizzazione delle terre gravate da uso civico, ma si reitera la richiesta dell ‘elaborazione e finanziamento, anche come contributo al contrasto dello spopolamento delle zone interne, di un Piano straordinario generale, programmatico e finanziario, di valorizzazione delle terre pubbliche, la cui dimensione va oltre i 305.000 ha di terre ad uso civico per avvicinarsi ai 500.000 ha;

d) Con riguardo ai contributi per l’acquisto dei riproduttori bovini, si chiede l’estensione dell’intervento ai riproduttori del comparto ovicaprino con l’obiettivo di migliorare la qualità degli allevamenti attraverso l’introduzione di capi selezionati che consentano una produzione più equilibrata tra quantità e resa del latte, il proseguo dell’azione di lotta alla scrapie e alla visna maedi.

e) Parrebbe più utile che il finanziamento riservato all’ANBI fosse destinato ai singoli consorzi di bonifica accompagnandolo con un atto di indirizzo verso di essi.

Non si ravvisa una coerenza tra alcuni indirizzi dettati dal DEFR e la manovra, stante l’assenza di interventi volti a valorizzare il latte ovino, ad implementare da subito l’Osservatorio ovicaprino anche se una valutazione va operata circa l’opportunità della costituzione di un osservatorio generale sull’intero comparto agro-alimentare, condizione basilare per una adeguata programmazione. Ne’ si prevedono forme di sostegno della cooperazione, primario strumento di aggregazione dei produttori funzionale al controllo delle filiere da parte loro.

Si ritiene necessario un incremento delle risorse già previste per il ristoro dei danni provocati dalla blue tongue. Si evidenzia che, ad oggi, si registrano circa 38.000 capi morti il cui risarcimento assorbe tutte le risorse disponibili mancando conseguentemente le risorse necessarie al risarcimento della loro mancata produzione e per l’erogazione di un contributo forfettario per tutte le greggi interessate da focolai.

Si invita infine il legislatore a rivedere e definire, evitando in primo luogo l’approvazione di norme parziali che possono essere definite norme spot, se non quelle derivanti da cause contingenti, un nuovo quadro legislativo organico per il settore agricolo, una sorta di “Legge di Orientamento regionale“ che, accanto a una doverosa azione di semplificazione normativa, considerata la vasta legislazione regionale di settore che si è venuta accavallando nel corso degli anni, a partire dalla nascita della Regione Autonoma della Sardegna, spesso costituita da norme non più applicabili perché in contrasto con la normativa comunitaria vigente o, in alcuni casi, perché non più rispondenti alle attuali esigenze del mondo agricolo, preveda, a titolo esemplificativo, norme regionali di valore permanente per la meccanizzazione agricola, lo sviluppo delle infrastrutture rurali, il sostegno degli investimenti rivolti allo sviluppo di nuove produzioni agricole (vedi canapa o mandorlicoltura) il rafforzamento del carattere multifunzionale delle imprese agricole.


Condividi

copagrisardegna

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *