La seconda puntata di Scendiamo in campo supera ogni previsione di ascolti. Il tema riguarda il futuro stesso dell’agricoltura: Le opportunità dei contratti di filiera e di distretto

La seconda puntata di Scendiamo in campo supera ogni previsione di ascolti.  Il tema riguarda il futuro stesso dell’agricoltura: Le opportunità dei contratti di filiera e di distretto
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Le opportunità dei contratti di filiera e di distretto al centro della seconda puntata di Scendiamo in campo (del 14 luglio 2021), il format ideato da Copagri Sardegna in collaborazione con la rete televisiva Videolina.

La seconda trasmissione della nuova stagione di Scendiamo in campo è stata un successo, tra la diretta e le repliche ci sono stati 98.000 spettatori che hanno ascoltato gli esperti e i protagonisti dell’agricoltura in Sardegna, superando la già ottima performance della prima puntata. In studio Stefano Birocchi ha condotto la trasmissione e intervistato gli esperti del settore: Ignazio Cirronis, presidente regionale Copagri Sardegna; come rappresentante dell’amministrazione pubblica Pasquale Sulis (Laore), e infine Giorgio Licheri, direttore del Mercato Ortofrutticolo di Sestu, soggetto capofila Distretto Sud Sardegna.

I servizi in campo presso le aziende hanno riguardato la “BioMar” – Calasetta – di Massimo Pusceddu, aderente al costituendo Bio-Distretto Arcipelago del Sulcis) e la Coop “ S’Atra Sardigna “ – Sestu, (capofila PIF – PSR ).

L’agricoltura sta vivendo un momento di grande trasformazione, il metodo di produzione e distribuzione, la riscoperta e valorizzazione di prodotti locali.

Ignazio Cirronis – L’agricoltura tradizionale, così come è organizzata oggi, non riesce a garantire un reddito dignitoso al produttore con notevoli svantaggi anche per il consumatore. La soluzione è nella creazione di filiere di prodotto e distretti rurali che difendano la qualità e il reddito per il produttore, e naturalmente la qualità del prodotto finale per il consumatore.

C’è grande fermento in Sardegna per la creazione di distretti. Ci sono intanto diverse tipologie di distretto: distretti rurali, biodistretti. Quali sono le differenze e quanti ce ne sono in Sardegna o si stanno costituendo?

Pasquale Sulis – Il concetto di distretto è disciplinata dalla legge regionale 16 del 2014, e individua 4 tipologie di distretti: rurali, agroalimentari di qualità, biodistretti, e distretto dell’acqua coltura di qualità.

Ci sono attivi tre distretti in Sardegna e una decina in via di definizione, poi ci sono altri progetti in fase embrionale, devono ancora iniziare il percorso di accettazione da parte di Laore. C’è grande interesse ed è un segnale positivo. Naturalmente i distretti e le filiere mettono in circolo molte aziende ed economie del territorio.

Il distretto è uno strumento che permette di organizzare diversi soggetti produttivi di un certo territorio che vogliono favorire lo sviluppo di specificità locali. Questa è la definizione generica.
Quando parliamo di filiera agroalimentare intendiamo valorizzare le filiere agricole che sono riconosciute dal marchio comunitario. Il distretto rurale si occupa di valorizzare le risorse agricole, agropastorali e zootecniche. Parliamo di biodistretti quando l’intento è quello di valorizzare le colture biologiche. Il distretto dell’acquacoltura invece riguarda la pesca e le attività connesse.

Ignazio Cirronis – Noi siamo assolutamente a favore, Copagri Sardegna è attivo nella promozione di molti distretti per favorire i prodotti locali. Poi in particolare nelle filiere del biologico che si sta cercando di costituire in diverse zone della Sardegna. Al sud si sta lavorando alla creazione del distretto rurale “Arcipelago del Sulcis” e del “Biodistretto del sud Sardegna”. Al nord Sardegna un biodistretto all’interno del Parco regionale di Porto Conte ad Alghero.

C’è un grande lavoro per la costituzione del distretto del Sud Sardegna.

Giorgio Licheri – Si, il mercato ortofrutticolo della Sardegna sta impegnando molte risorse in un progetto a cui crede molto. L’iter per la creazione del distretto è abbastanza complesso, seguire le direttive della legge regionale non è facile per un’area così vasta. Bisogna fare sei incontri conoscitivi e formativi tra i futuri soci, che non sono solo le imprese agricole ma tutte le aziende che sono al servizio delle imprese agricole, associazioni di categoria, gli stakeholder locali in genere. Il metodo oggi è cambiato, gli operatori agricoli non vivono isolati dal resto del mondo lavorativo e sociale, i distretti e le reti di filiera servono a costruire uno strumento che unisca la rete di rapporti già in atto. Fare sistema è l’obiettivo, insieme si è più forti.

Sentiamo un’azienda che proprio nel Sud Sardegna, a Calasetta, ha costruito la sua mission proprio nel recupero e valorizzazione di un prodotto locale.

Massimo Pusceddu fondatore, insieme alla sua compagna Tessa Gelisio, della BioMar” di Calasetta – Abbiamo aderito con molto entusiasmo alla proposta di Copagri del Bio-Distretto Arcipelago del Sulcis, per noi è la prosecuzione naturale del nostro percorso. Siamo nati bio e vogliamo continuare a produrre biologico in tutti gli aspetti della produzione. Siamo convinti che unire le forze sia la strada giusta per lo sviluppo delle produzioni locali.

Insomma, grande entusiasmo per la creazione di distretti e progetti di filiera.

Cirronis -un entusiasmo che è comprensibile viste le enormi possibilità che il settore agricolo potrebbe avere per il futuro economico dell’isola. Il problema è la lentezza della macchina burocratico-amministrativa della Regione. Ci vogliono troppi passaggi per concludere l’iter di approvazione di un nuovo progetto e di conseguenza un ritardo nello sviluppo economico, nella creazione di posti di lavoro e nella trasformazione generale del metodo di produzione, trasformazione e distribuzione.

Pasquale Sulis – La Regione sta seguendo decine di proposte per la creazione di nuovi distretti, la maggioranza concentrati nel settore lattiero caseario del centro Sardegna, ma anche altri settori sono in fermento. Devo dire che sono molto più organizzati e funzionali i piccoli e microdistretti, legati a produzioni di nicchia come potrebbe essere quello del lardo, una filiera controllata in ogni sua parte. Interessante anche quella degli apicoltori che forniscono la materia prima per le imprese dolciarie. La filiera dei salumi o del pane. In Sardegna ci difendiamo bene!


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