“Scendiamo in campo”: grande successo per la puntata sul comparto suinicolo, in collaborazione con Copagri Sardegna
Scendiamo in campo, la trasmissione di approfondimento sull’agricoltura sostenibile della TV del gruppo editoriale Unione Sarda, ricomincia la sua programmazione dalla vittoria sulla lotta alla Peste Suina Africana, un tema di stretta attualità.
Per una volta una bella notizia per il settore agricolo: la PSA (peste suina africana) è scomparsa da almeno due anni. Una notizia che pochi pensavano di poter sentire, invece è una bella realtà. Il virus è sconfitto per ora, “per avere dati definitivi bisogna aspettare un periodo più lungo” dice il Dott. Alessandro De Martini, responsabile dell’unità di progetto per l’eradicazione della peste suina africana, “bisogna continuare a seguire le stesse procedure per debellarla definitivamente”.
Pietro Tandeddu, Direttore regionale Copagri Sardegna, parla dell’importanza economica del comparto suinicolo e come le sue potenzialità siano davvero importanti. “La peste suina africana, presente in Sardegna dal 1978, ha creato danni enormi al comparto”, ribadisce Tandeddu, “oggi abbiamo 14 mila allevamenti, 177 mila capi, dati insufficienti per un mercato che chiede 450 mila quintali, di cui 300 mila destinati alla salumeria”. Ma non potendo usare la carne sarda per i prosciutti o salumi in genere da vendere fuori dall’isola, il danno economico è enorme.
Finalmente si cambia pagina dunque. “Grazie all’azione coordinata che la Regione Sardegna ha saputo creare con la giunta Pigliaru, si è debellato un male atavico”. Continua Pietro Tandeddu, “grazie anche al contributo delle organizzazioni agricole che hanno dialogato continuamente con gli allevatori, i quali hanno dovuto affrontare sacrifici immani per adeguare gli allevamenti alle nuove regole”.
L’allevatore di Nule Gino Manca, ribadisce gli enormi sforzi economici e di organizzazione che ha dovuto affrontare per difendere il bestiame dalla contaminazione del virus, che si trasmette tra animali. Ma è pronto a ripartire e sviluppare ancora di più la sua azienda.
Le possibilità di sviluppo del comparto sono enormi, come ribadito da tutti. Se pensiamo che il Pata Negra, prosciutto iberico famoso in tutto il mondo, raggiunge quotazioni di 40/50 euro al kg. Addirittura un allevatore spagnolo che ha recuperato una razza autoctona quasi estinta, vende i suoi prosciutti a più di 1000 euro al kg. E si parla di una nazione che ha avuto per decenni la peste suina e che è riuscita a debellarla proprio con gli stessi metodi usati in Sardegna. Il comparto suinicolo in Spagna produce economia diffusa, una filiera che permette la sopravvivenza di intere comunità. Allo stesso modo la Sardegna potrebbe rilanciare l’economia regionale e risolvere almeno in parte il problema gravissimo dello spopolamento dei paesi di montagna.