Lettera aperta al sindaco di Cagliari. Negozi aperti e mercati contadini chiusi. Per quale motivo?
Copagri Sardegna chiede al primo cittadino di Cagliari Paolo Truzzu il perché di una decisione incomprensibile: aprire i negozi e non i mercati all’aperto.
Gentile Sindaco di Cagliari,
in queste settimane ha emanato ordinanze che prevedono norme in genere più restrittive dei rispettivi provvedimenti governativi. Una di queste, la sospensione dei mercati settimanali scoperti del settore alimentare, comporta l’impossibilità di tenere funzionanti i mercati contadini, regolarmente autorizzati dal Comune, e che altro non sono che la proiezione delle attività agricole nella fase di vendita diretta, autorizzate sin dall’inizio della pandemia COVID-19.
L’organizzazione che presiedo, Copagri, organizza da oltre 11 anni il mercato contadino La Terra e La Piazza che si svolge ogni sabato in Via Po ed ogni martedì presso il Teatro delle Saline. Orgogliosamente siamo stati i primi ad organizzare un mercato contadino in città e ci ha molto rattristato doverlo chiudere a seguito della sua ordinanza, mentre le diverse disposizioni governative (tanto l’ultimo Decreto Legge che i diversi DPCM) ne permettessero, esplicitamente, lo svolgimento, come tutte le altre attività di vendita di alimentari. Infatti nella maggior parte dei Comuni Italiani, persino in Lombardia, ed in molti Comuni Sardi i mercati contadini sono aperti.
Come noto, in virtù delle disposizioni governative, Lei come massima autorità sanitaria del Comune di cui è Sindaco, può emanare provvedimenti più restrittivi di quelli governativi, ma allora vorremmo conoscere per quali ragioni di carattere sanitario ha adottato questo provvedimento e/o quali analisi scientifiche sono alla base di questa decisione: perché possono stare aperti i mercati coperti e non quelli scoperti? Se si rispettano le norme di distanziamento e si adottano tutti i dispositivi sanitari previsti, perché può rimanere aperto un negozio di alimentari, anche molto piccolo, e non un mercato che si svolge su ampi spazi all’aperto e, nel nostro caso, in spazi confinati?
Si badi bene: nessuno chiede una deregulation. Nel nostro mercato abbiamo garantito, anche nelle prime settimane di entrata in vigore del lockdown, quando ancora Lei non aveva emanato il divieto verso i mercati all’aperto, condizioni di operatività che neppure nel singolo negozio possono essere rispettate: ingressi regolamentati per evitare assembramenti; obbligo di mascherine e guanti (per i produttori e per i consumatori); distanziamento tra gli operatori ed i consumatori e tra gli stessi consumatori; altoparlante in funzione che informa periodicamente circa l’obbligo di rispettare le norme. Dunque, per quali ragioni un’attività che rispetta tutti gli obblighi di prevenzione della diffusione dell’epidemia deve essere sospesa?
Noi ritenendo pertanto che il nostro mercato, come ogni mercato alimentare all’aperto che rispetti le norme sanitarie richieste, possa essere aperto, Le chiediamo un’urgente correzione della sua ultima Ordinanza per permettere lo svolgimento di un importante servizio ai consumatori e per tutelare il reddito degli agricoltori che con tanto sacrifico esercitano la vendita diretta e la promozione dei prodotti locali. Stabilisca Lei le norme che dobbiamo rispettare e noi ci adegueremo, ma non impedisca ai produttori agricoli di portare il pane a casa!
Ignazio Cirronis
Presidente regionale Copagri Sardegna