PAC Post2020, per la Sardegna oltre 21 milioni di euro in meno, ma più risorse dal budget UE. Verrascina conclude seminario Copagri Sardegna; interventi del consigliere Satta e dei presidenti Cirronis, Sanna ed Erbì
“Per la Regione Sardegna l’attuale proposta dell’esecutivo comunitario sul quadro finanziario pluriennale-QFP 2021-27 potrebbe comportare una perdita di risorse per l’agricoltura di oltre 21 milioni di euro, derivante dai tagli per l’Italia di circa 140 milioni di pagamenti diretti e di quasi 230 milioni in meno per lo sviluppo rurale”.
Lo ha sottolineato il presidente della Copagri Franco Verrascina, concludendo i lavori del partecipato seminario “PAC post2020 e riflessi sull’agricoltura sarda”, organizzato dalla Copagri Sardegna e svoltosi oggi a Sestu, al quale sono intervenuti, fra i molti altri, il vicepresidente della commissione attività produttive della Regione Sardegna Gianfranco Satta, i presidenti regionali della Copagri Ignazio Cirronis, della Confagricoltura Luca Sanna e della Cia-Agricoltori italiani Francesco Erbì. Tutte le foto dell’iniziativa sono su http://bit.ly/2O2qkbU e sulla pagina Facebook di Copagri Sardegna.
“Si tratta di una riduzione significativa del budget agricolo, che va a colpire un settore di primario importanza per l’economia dell’Isola, messo già a dura prova da numerose criticità legate all’andamento metereologico e alla scarsa redditività che sconta il settore”, ha aggiunto Verrascina, ricordando che “in Sardegna, ad esempio, si concentrano le maggiori attività ovicaprine del Paese, con circa 12 mila aziende e un patrimonio di oltre 3 milioni di capi, che producono in media circa 330 milioni di litri di latte l’anno, la gran parte dei quali utilizzati per la produzione di Pecorino Romano DOP”.
“A questa situazione fa da parziale contraltare l’aumento delle risorse strutturali comunitarie, non destinate però al comparto primario, che deriverà dal declassamento dell’Isola da regione ‘in transizione’ a ‘meno sviluppata’; in tal senso, la Sardegna potrà contare sul 30% circa di risorse in più rispetto all’attuale programmazione comunitaria 2014-2020, da destinare alla costruzione di opere pubbliche per colmare il gap con le regioni più ricche dell’Unione Europea”, ha concluso il presidente della Copagri.