Vendemmia 2019: meno uva ma buona
Partita con qualche giorno di ritardo, la vendemmia quest’anno punta sulla qualità, mentre vede un calo della produzione in molte regioni salvo qualche eccezione
Tempo di vendemmia e tempo dei primi dati sulla produzione dell’uva in Italia. Dall’annata 2019 ci si aspetta un quantitativo in diminuzione a fronte dello scorso anno, ma di buona qualità. Il Centro studi di Confagricolturaparla di un calo medio della produzione del 6%, sottolineando che i numeri del 2018 erano comunque riferiti ad un’annata particolarmente abbondante.
Ottima la qualità delle uve “grazie ad una primavera fredda e piovosa e un inizio estate caldo e secco” afferma la Confagricoltura nazionale.
Il ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio in occasione dell’apertura della stagione della vendemmia, lo scorso 7 agosto, ha commentato: “Le nostre previsioni positive per la prossima annata vengono confermate. I primi dati che giungono affidano ancora all’Italia il primato in termini di produzione e registrano il record storico nell’export. Risultati importanti che sono frutto di un grande lavoro da parte degli agricoltori e dei produttori a cui vanno i nostri complimenti e un grazie. Nonostante i ritardi e le difficoltà dovuti al maltempo, gli sforzi messi in campo stanno garantendo che la raccolta proceda nel migliore dei modi. Il vino è uno dei settori trainanti della nostra agricoltura, simbolo da sempre dell’eccellenza made in Italy in Europa e nel mondo. Da parte nostra continuerà ad esservi tutto il supporto indispensabile per stare al fianco delle aziende vitivinicole affinché possano operare in condizioni favorevoli e portare sul mercato un prodotto di qualità a tutela della sicurezza dei consumatori“.
Secondo Confagricoltura sono previsti quantitativi ridotti in quasi tutte le regioni d’Italia, soprattutto in Friuli Venezia Giulia (-20%), in Umbria(-13%), in Veneto e in Campania (-12%) e in Trentino Alto Adige (-11%). Vanno in controtendenza il Lazio (+16%), il Molise (+10%) e la Calabria(+9%).
Nord
In Emilia Romagna si registra quest’anno un ritardo di maturazione di almeno sette-dieci giorni. Silvia Manzoni, presidente della sezione vitivinicola della Confagricoltura regionale, spiega: “La produzione regionale di uve è stimata mediamente in calo del 10-15% circa rispetto al quantitativo record 2018 pari a 1 milione di tonnellate, seppur con sostanziali disparità tra i differenti areali talora condizionati da eventi meteorologici estremi. La qualità però si preannuncia ottima, con acini sani eviti in equilibrio. Preoccupa l’incognita delle quotazioni del vino dopo la grave flessione registrata nell’ultimo anno (-40%), anche perché il mercato vive una fase stagnante“.
I dati dell’organizzazione agricola per quanto riguarda le province di Forlì-Cesena e Rimini parlano di una raccolta di Trebbianoinferiore del 10-15%rispetto all’annata precedente;uve precoci e Sangiovese nella media. Si profila una vendemmia magra in gran parte del territorio modenese e reggiano: -20%. Sono soprattutto i Lambruschi – in testa il vitigno Salamino-, a scontare maggiormente le pazzie del clima (un inverno poco piovoso e una primavera con bruschi sbalzi termici, forti piogge e grandinate sparse a macchia di leopardo).
In Lombardia l’annata si annuncia di qualità, ma con il 20%in meno di quantità. “Non dobbiamo inseguire la quantità, ma la qualità, il nostro primo obiettivo deve essere posizionare più in alto la nostra bottiglia per prezzo, grazie al valore del prodotto“. Così l’assessore all’Agricoltura, alimentazione e sistemi verdi della Regione LombardiaFabio Rolfi all’avvio della vendemmia in Oltrepò Pavese alla Tenuta Mazzolino di Corvino San Quirico.
Elevata qualità anche per la vendemmia 2019 nel Veneto sebbene sia in calo rispetto ai record dello scorso anno, uno scenario che si ripete appunto in altre regioni vitivinicole italiane. È questo lo spaccato previsionale dell’imminente vendemmia presentato oggi a Legnaro (Pd) in occasione del 45° Focus organizzato da Veneto Agricoltura e Regione, con Avepa, Arpav e Crea-Ve alla vigilia della vendemmia, che nel Veneto partirà con i Pinot e lo Chardonnay, mentre proprio in queste ore è iniziata la raccolta delle uve di Pinot Grigio per base spumante.
“Viticoltori e cantine devono porre la massima attenzione ai disciplinari – ha sottolineato l’assessore all’Agricoltura del Veneto, Giuseppe Pan, chiudendo l’incontro – altrimenti si corre il rischio di assistere a scene di super produzioni già viste in passato con relative riduzioni dei prezzi delle uve“. Pan ha ribadito, inoltre, la necessità che “il mondo vitivinicolo rispetti sempre più i principi della sostenibilità ambientale, sociale ed economica“.
Alberto Negro, commissario di Veneto Agricoltura, ha ricordato come “la superficie del vigneto biologico, non solo nel Veneto, stia lentamente ma costantemente crescendo, a conferma che questa tipologia di prodotto è ormai diffusamente richiesta dal mercato per ragioni di ordine sia qualitativo che ambientale“.
Tornando alle previsioni di vendemmia, nel Veneto quest’anno la produzione di uva dovrebbe ridursi mediamente del -15% rispetto alla produzione record del 2018, con punte anche ben maggiori in alcune aree. Complessivamente, la produzione dovrebbe raggiungere i 12,8 milioni di quintali di uva. Leggi l’approfondimento sulla situazione previsionale nelle diverse province venete.
Centro
Segno più per la vendemmia in Toscana. La Confagricolturaregionale stima una crescita nella produzione tra il 3 e il 5%, le previsioni parlano di una produzione pari a 2,2milioni di ettolitri. Si preannuncia un’annata ottima e una novità: il 10% in più per le produzioni dei vini rosati, bene anche gli spumanti.
Francesco Colpizzi, presidente della federazione Vitivinicoltura di Confagricoltura Toscana spiega: “Le piogge si sono rilevate salutari per lo sviluppo del ciclo di maturazione delle uve. Abbiamo iniziato con la raccolta delle uve a bacca bianca precoci, come Chardonnay e Sauvignon, e anche con le rosse per la produzione della base spumante e dei vini rosati. Per quanto riguarda la produzione dei grandi vini rossi toscani bisognerà attendere ancora“. Per quanto riguarda i prezzi,”il livello si mantiene pressoché stabile e rileviamo che alcune denominazioni hanno ritenuto opportuno fare delle politiche di contenimento della produzione“.
Sud
Antonio Rallo, presidente del Consorzio di tutela vini Doc Sicilia parla di una vendemmia che inizia con un ritardo medio di otto-dieci giorni rispetto allo scorso anno, con condizioni che variano poco da provincia a provincia e che lasciano prevedere un raccolto inferiore in termini quantitativi ma di ottima qualità. “Il nostro principio è che è preferibile fare un buon vino che produrre troppo a scapito della qualità“, ha sottolineato Rallo spiegando che “una primavera fredda e piovosa su tutta la Sicilia ha fatto slittare il momento in cui i 7.500 viticoltori della denominazione Doc Sicilia – con oltre20mila ettari di vigneti rivendicati – hanno iniziato la raccolta delle uve” dove la vendemmia ha avuto inizio lunedì 5.
In Puglia la raccolta dei grappoli bianchi di uve di Chardonnay e basi spumante, partita con circa dieci giorni di ritardo, si stima sarà tra i 9 e i 10 milioni di ettolitri, con quantità dunque nella media e qualità ottima. Sono i dati diffusi dalla Coldiretti regionale, in occasione dei primi grappoli d’uva raccolti a Sava in provincia di Taranto nell’azienda agricola Masseria Nuova di Alfonso Cavallo.
La mappa provincia per provincia conferma l’annata vendemmiale positiva nella norma, con una produzione in calo del 15% rispetto al 2018 in Valle d’Itria per l’andamento climatico anomalo, stima Coldiretti Puglia, in provincia di Foggia risulta nella norma, in Salento nell’area del Negroamaro si stima un calo del 15% a causa del clima pazzo e degli sbalzi termici, fino al lieve calo nelle province di Bari e Bat che non dovrebbe superare il 5%.
Fonte: Agronotizie