Continua la corsa per l’approvazione di modifica del disciplinare di produzione dell’IGT “Isola dei Nuraghi“, la posizione di Copagri Sardegna nelle parole del Direttore Pietro Tandeddu
La procedura per la modifica del disciplinare di produzione dell’IGT è lunga e complessa, come ogni cambiamento che determina effetti a lungo raggio. Proposto da associazioni di produttori come “Isola dei Nuraghi”, contestata da altri, che per poter bloccare l’Iter hanno fatto ricorso al TAR, il quale dovrà dire l’ultima parola sulla procedura, già accettata dalla Regione Sardegna e dal Ministero delle politiche agricole.
Relativamente alla proposta di modifica del disciplinare di produzione dell’IGT “Isola dei Nuraghi“, proposta da alcuni operatori vitivinicoli e condivisa dall’assessorato dell’agricoltura, Pietro Tandeddu, direttore regionale di Copagri Sardegna, ha rilasciato la seguente dichiarazione:
“Stupisce che le Organizzazioni di rappresentanza dei viticoltori, che sono le organizzazioni professionali agricole, non siano mai state chiamate, né dall’Assessorato, né dal Consiglio regionale, a dare un parere sull’argomento. Dopo la recente audizione dei proponenti da parte della Commissione Attività Produttive del Consiglio e le dichiarazioni dell’Assessora Murgia, sembra chiudersi il procedimento, iniziato nel 2013, e quindi ogni possibilità, salvo quella legale, di rimettere in discussione l’argomento. Tuttavia non possiamo non esprimere il nostro malcontento in quanto, contrariamente a quanto sostiene l’assessora, la proposta tende a mortificare la qualità e l’immagine delle nostre produzioni di eccellenza; il perseguimento di una politica di qualità è stato l’elemento determinante della ripresa del comparto vitivinicolo in Sardegna.
Nella sostanza, la proposta avanzata, in attesa dell’approvazione ministeriale, consentirebbe, rispetto al divieto imposto dal vecchio disciplinare, di associare all’IGT (Indicazione Geografica Tipica) il riferimento a vitigni già protetti dai principali marchi di qualità europei (DOCG e DOC); salta il divieto per carignano, malvasia, monica moscato, vermentino e vernaccia.
Se pensiamo al vermentino, tale vitigno gode oggi di una DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita), unica in Sardegna, per il “vermentino di Gallura” e la DOC per il “vermentino di Sardegna”. E’ chiaro che fare riferimento al vermentino nell’IGT, può ingenerare confusione nei consumatori ed è probabile che in qualcuno si insinui la convinzione che tale vino, di rango inferiore, altrimenti verrebbe valorizzato come DOC, abbia caratteristiche non soddisfacenti per le sue esigenze relegandolo tra i vini di scarsa qualità e quindi eliminandolo dai suoi consumi. Si ha l’impressione che la proposta sia nata per recuperare situazioni determinate da errate politiche commerciali, non più sostenibili e che, molto probabilmente, hanno compresso la remunerazione della materia prima.”