Vertenza latte ovino, proposta Copagri
Pubblichiamo il documento sulla vertenza del latte ovino illustrato, a nome di Copagri, da Pietro Tandeddu nel corso dell’audizione promossa sull’argomento dalla Commissione Attività Produttive del Consiglio Regionale e poi materialmente consegnato al presidente e all’assessora, presente all’incontro
Cagliari, 22 maggio 2019
(STATO DELL’ARTE E PROBLEMI APERTI)
STATO DELL’ARTE
Sui temi della filiera si sono tenuti sino ad oggi:
- numerosi Tavoli regionali, ultimo quello del 13.02.2019;
- il Tavolo nazionale convocato dal ministro Centinaio il 16.02.2019 presso la Prefettura di Cagliari;
- il Tavolo a Roma convocato dal ministro Salvini il 21.02.19;
- il Tavolo convocato dal Prefetto di Sassari e tenutosi a Sassari il 26.02.19, per trattare uno dei due argomenti affidati al Prefetto di cui al verbale della riunione romana.;
- il Tavolo convocato dal Prefetto di Sassari sul tema trattato nella riunione precedente e tenutosi a Sassari il 08.03.19;
- il Tavolo tenutosi presso la Prefettura di Sassari il 15.03.19.
Dalla riunione del 16 febbraio a Cagliari con il ministro Centinaio, è scaturito l’impegno a:
Prorogare il Programma di autoregolamentazione del pecorino romano;
Definire misure di monitoraggio capaci di assicurare il rispetto delle quote; Istituire il registro telematico del latte ovi-caprino;
Approvare un intervento per la moratoria dei mutui;
Costituire la Commissione Unica Nazionale (C.U.N.) per la fissazione dei prezzi del latte ovino;
Definire con ICE iniziative per favorire l’internazionalizzazione delle nostre produzioni casearie;
La nomina di un Prefetto con compiti di analisi , sorveglianza e monitoraggio delle attività della filiera.
Il verbale dell’incontro tenutosi a Roma il 21 febbraio richiama più o meno gli stessi punti ma è bene precisare:
- Si annuncia l’approvazione, poi avvenuta, di un decreto di proroga al 31 luglio del Programma di autoregolamentazione del pecorino romano;
- Si affidano al Prefetto di Sassari dott. Giuseppe Marani i compiti di analisi, sorveglianza e monitoraggio delle attività della filiera e la costituzione di un Tavolo tecnico in Sardegna per la definizione di una metodologia relativa ai prezzi finali dei prodotti, correlando comunque il prezzo del latte alle dinamiche del mercato del formaggio (DOP Sarde) stabilendo che ad esso partecipino due rappresentanti delle istituzioni (uno del Ministero/uno della Regione) due rappresentanti della cooperazione, due rappresentati delle associazioni dei pastori, due rappresentanti delle associazioni agricole.
- Si annuncia l’adozione di un decreto-legge per affrontare le emergenze “agricole” nel quale verrà, tra l’altro, previsto :
a) il contributo dello Stato agli interessi sui mutui a fronte di una richiesta di proroga;
b) la definizione di misure di monitoraggio per assicurare il rispetto delle quote di produzione di pecorino romano e l’istituzione di un registro telematico del latte ovi-caprino. - La Regione Sardegna comunica:
a) l’adozione della delibera n. 8/78 del 19 febbraio 2019 concernente gli strumenti finanziari per il consolidamento della filiera ovi-caprina.
b) la disponibilità della Regione stessa a stanziare 1 milione di euro per sostenere, in collaborazione con ICE, progetti di internazionalizzazione.
Il decreto legge di cui al punto 3 è esaminato dal Consiglio dei Ministri in data 7 marzo 2019; esso reca i seguenti provvedimenti di interesse del comparto ovicaprino:
- E’ istituito un Fondo volto a favorire la qualità e la competitività del latte ovino, anche attraverso il sostegno ai contratti e agli accordi di filiera, alla ricerca, al trasferimento tecnologico e agli interventi infrastrutturali, con una dotazione iniziale pari a 10 milioni di euro per l’anno 2019 che dovranno , con successivo decreto ministeriale essere ripartiti tra le Regioni.
- E’ riconosciuto, nel limite complessivo di spesa di 5 milioni di euro per l’anno 2019 , un contributo destinato alla copertura, totale o parziale, dei costi per gli interessi dovuti per l’anno 2019 sui mutui bancari contratti dalle imprese entro la alla data del 31 dicembre 2018, da erogare in regime “de minimis”.
- E’ stabilito che i primi acquirenti di latte crudo, così come definiti all’articolo 151, secondo comma, del regolamento (UE) n. 1308/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, sono tenuti a registrare mensilmente, nella banca dati del Sistema Informativo Agricolo Nazionale (SIAN), i quantitativi di latte ovino, caprino e bufalino e il relativo tenore di materia grassa, che sono stati loro consegnati dai singoli allevatori. nonché di lavorati e semilavorati a base di latte destinati alla fabbricazione di prodotti lattiero caseari introdotti nei propri stabilimenti, anche se provenienti da altri Paesi dell’Unione europea o da Paesi terzi. Si dispone, inoltre, che ciascuna azienda che produce prodotti lattiero-caseari registri, sempre mensilmente, i quantitativi di ciascun prodotto fabbricato, i quantitativi di ciascun prodotto ceduto e le relative giacenze di magazzino.
- Vengono stanziati 14 milioni di euro, per l’acquisto di formaggi DOP fabbricati esclusivamente con latte di pecora, con stagionatura minima di 5 mesi, contenuto in proteine non inferiore al 24,5% , umidità superiore al 30% e cloruro di sodio non superiore al 5% ,da destinare agli indigenti.
- E’ destinata la somma di 2 milioni di euro per l’anno 2019 al fine di realizzare campagne promozionali o di comunicazione istituzionale per incentivare il consumo di olio extra vergine di oliva, di agrumi e del latte ovi caprino e dei prodotti da esso derivati.
Al Tavolo convocato dal Prefetto di Sassari e Nuoro, presso la Prefettura di Sassari il 26.02.2019, si mettono in luce:
a) La necessità di attivazione della piena funzionalità dell’OILOS;
b) La programmazione delle quote, tanto del formaggio quanto del latte ed il controllo degli sforamenti;
c) La costruzione di un sistema di pagamento del latte per la campagna 2019, omogeneo tra cooperazione ed industria privata , basato su un acconto minimo per i mesi di febbraio e marzo, uguale o superiore a quanto discusso il 16.02, da adeguarsi secondo un sistema di correlazione tra prezzo dei formaggi e prezzo del latte da mettersi a punto nelle successive riunioni del Tavolo. Nei mesi successivi si farà una verifica mensile sull’andamento dei prezzi del formaggio e verrà adeguato l’acconto sul prezzo del latte senza che questo possa scendere sotto quanto concordato per i mesi di febbraio e marzo. IL conguaglio finale dell’ intera annata sarà calcolato sulla base dei prezzi medi dei formaggi del periodo 1 novembre 2018 – 31 ottobre 2019.
d) L’apertura di un confronto sul sistema di assegnazione delle quote di produzione dei formaggi a DOP;
e) L’impegno da parte dei trasformatori a non introdurre pecorino romano sul mercato ad un prezzo inferiore ai 6€/Kg , salvo verifica dell’Autorità Garante della Concorrenza.
f) Il Prefetto, unitamente al Capo di Gabinetto del Ministro, hanno invitato gli organi del consorzio di tutela del pecorino romano a convocare un’assemblea dei soci per affrontare le tematiche emerse durante le riunioni dei diversi Tavoli.
Il verbale presentato a conclusione della riunione del Tavolo convocato dal Prefetto di Sassari, tenutasi a Sassari l’08.03.2019, contiene i seguenti elementi:
a) Viene annunciato dal capo di gabinetto del ministro che nella seduta del C.d.M. del giorno prima è stato esaminato, come previsto e precedentemente annunciato, il decreto legge illustrato sopra;
b) Viene comunicato che Prefetto e Capo di Gabinetto del ministro incontreranno i vertici del consorzio di tutela del pecorino romano per sottolineare l’esigenza di “un cambiamento di passo“;
c) Le stesse autorità avvieranno un confronto con la Camera di Commercio di Milano (indicata come mercato di riferimento del pecorino romano) relativamente alle metodologie di rilevazione dei prezzi; si impegnano altresì a valutare l’adozione di direttive ministeriali in merito ai controlli di filiera;
d) Sulla parte economica si stabilisce che, fermo restante un acconto di 72 centesimi/litro per i mesi precedenti, a partire da marzo verrà corrisposto un acconto di 74 c./l da conguagliarsi sulla base dei prezzi medi rilevati presso la Borsa di Milano nel periodo novembre 2018-ottobre 2019 e si allega una griglia che precisa quali incrementi del prezzo del latte si avranno all’aumentare del prezzo del formaggio.
e) Una clausola finale invita il ministero a verificare con l’Autority della Concorrenza la coerenza delle decisioni assunte con le norme vigenti in materia di concorrenza e di tutela del consumatore.
Al Tavolo del 15.03.19 presso la Prefettura di Sassari si stabilisce sostanzialmente di provvedere alla revisione dello statuto del consorzio di tutela del pecorino romano e del disciplinare di produzione del formaggio.
CONSIDERAZIONI SUI RISULTATI DEL CONFRONTO
Alla luce di quanto emerso ai Tavoli sinora convocati, si possono evidenziare i seguenti aspetti che, al di là di alcuni distinguo, possono essere considerati positivi:
- La proroga del programma di autoregolamentazione del pecorino romano al 31 luglio 2019 onde farlo coincidere con l’annata lattiero – casearia;
- I contenuti del decreto legge, non ancora pubblicato in G.U, relativamente:
- Al finanziamento di 14 milioni indirizzati all’acquisto di pecorino romano da destinare agli indigenti;
- All’istituzione di un fondo da 10 milioni per lo sviluppo della filiera;
-alla previsione di spesa di 5 milioni per l’abbattimento degli interessi gravanti sui mutui bancari;
-all’avvio del registro telematico relativo al latte ovino, nostra storica rivendicazione; - Alla messa a disposizione di 2 milioni di euro per campagne promozionali e di comunicazione tendenti all’ampliamento dei consumi di diverse produzioni comprese quelle lattiero-casearie;
- La messa a disposizione, da parte della Regione di nuove risorse per favorire un’immissione regolata sul mercato del pecorino romano, per la promozione dell’internazionalizzazione delle imprese, interventi ai quali si aggiungono i 10 milioni del Banco di Sardegna erogati per finanziare la produzione di 20.000 ql. di pecorino romano “stravecchio“;
- La fissazione, ricordando che a gennaio l’offerta degli industriali per litro latte era di 60 c., di un acconto di 74 c./l , che corrisponderebbe più o meno, ai costi di produzione litro latte ultimamente determinati da Ismea e, fatto autenticamente innovativo, lo stabilirsi di un sistema di correlazione tra prezzo latte e prezzi dei formaggi sul mercato reale per la fissazione del saldo. Sui limiti ci soffermeremo di seguito.
Anche se gli avvenimenti hanno preso una diversa piega, andrebbero messi in luce gli impegni assunti al Tavolo regionale del 13.02.19 presso l’assessorato con particolare riferimento a:
a) L’individuazione, in sede OILOS di uno strumento economico idoneo a organizzare, alla bisogna, la vendita di latte tal quale sui mercati esterni per la produzione di formaggi diversi dai nostri o la vendita di latte da destinare a polvere di latte;
b) L’impegno condiviso dalle parti riguardo al rispetto delle quote produttive stabilite dal Programma di autoregolamentazione dell’offerta approvato dal consorzio di tutela;
c) L’impegno del Banco di Sardegna a “guidare” le aziende verso il rispetto delle quote di pecorino romano attraverso la manovra del credito.
PROBLEMI APERTI E IMPEGNI DA ASSUMERE PER LA RIMOZIONE DEI NODI STRUTTURALI DEL SISTEMA
Abbiamo sinora definito i Tavoli aperti dalle istituzioni “Tavoli di Crisi“ per distinguere gli interventi orientati al superamento dell’emergenza da quelli di prospettiva capaci di rimuovere i nodi strutturali che comprimono lo sviluppo del comparto.
Di seguito i temi sui quali indirizzare l’attenzione nei prossimi mesi:
Sollecitare l’emanazione dei numerosi decreti attuativi previsti dal decreto legge sulle emergenze in agricoltura di recente approvazione.
In particolare, relativamente all’acquisto del pecorino romano per gli indigenti, si è posta l’esigenza che, negli atti di attuazione, si precisi che gli acquisti dovranno riguardare produzioni giacenti presso i magazzini dei produttori e non già in quelli di commercianti speculatori.
In secondo luogo, l’articolo che stanzia i 10 milioni della filiera, piuttosto confuso nella sua articolazione, andrebbe discusso per concentrarne la spendita delle risorse, vista anche la scarsa dotazione, verso alcuni punti prioritari come, ad esempio, il finanziamento degli investimenti atti al superamento della monocultura del “romano” e orientati verso la diversificazione, in primis verso le altre due DOP e dando priorità ai progetti aventi come obiettivo l’aggregazione tra caseifici. Andrebbe cancellato ogni riferimento al regime “de minimis“;
ribadire la necessità della ricostituzione del Tavolo Nazionale di Filiera che richiede uno specifico decreto ministeriale che richiami l’articolo 9, comma 2, del decreto legislativo 27 maggio 2005, n. 102, il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 5 agosto 2005, recante disposizioni per la costituzione dei tavoli di filiera e, in particolare, l’art. 1, che istituisce, tra l’altro, il tavolo di filiera lattiero-caseario ed infine il D.M. del 27 ottobre 2005, recante la composizione dei tavoli di filiera. Va tenuto conto che è necessario un passaggio preventivo in Conferenza Stato-Regioni per la designazione di quattro rappresentanti regionali in seno al Tavolo;
richiedere la presenza al Tavolo di ISMEA e dell’AGCM, il primo per il ruolo che la legge gli affida di determinazione mensile dei costi di produzione; la seconda per conoscere in anticipo le difficoltà che possono frapporsi nell’applicazione di alcune decisioni, anche alla luce di alcune perplessità manifestate recentemente da Assolatte, organizzazione di Confindustria di rappresentanza dell’industria privata;
chiarire con il ministero come i dati relativi al latte e alle produzioni, comunicati mensilmente allo Stato dai primi acquirenti, verranno resi pubblici e messi a disposizione della Filiera.
In relazione al sistema di correlazione tra prezzo del formaggio e prezzo del latte, lavorare, per la prossima campagna, per far riferimento a tutte le tipologie di formaggio prodotto in Sardegna trovando la media ponderata dei prezzi secondo le percentuali, riferite alla produzione, rilevate per ciascuna tipologia (romano, altre due DOP, diversi da questi); il periodo di riferimento da prendere in considerazione per la rilevazione dei dati finalizzati alla corresponsione del saldo finale, dovrebbe essere definito nell’anno solare. Appare inoltre indispensabile individuare un soggetto di controllo sulla formazione dei prezzi presso la Borsa di Milano. Infine, considerati alcuni rilievi mossi da ASSOLATTE nella riunione dell’8 marzo, che pare considerare il metodo di calcolo con acconto e saldo di carattere temporaneo, difendere a spada tratta il sistema di correlazione come elemento strutturale e definitivo; considerare l’acconto come prezzo minimo.
Poiché, è bene ribadirlo, la causa primaria della crisi è dovuta, oggi come ieri, alla sovrapproduzione di pecorino romano, occorre che Stato e Regione individuino nuovi strumenti per garantire il rispetto del programma di autoregolamentazione della produzione fissato dal consorzio di tutela, anche governando a tal fine i benefici pubblici di varia natura indirizzati verso l’industria casearia;
assegnare ad OILOS il compito prioritario di definire un contratto-tipo di regolazione dei rapporti contrattuali tra acquirente e venditore di latte ovicaprino, omogeneo sull’intero territorio regionale, rispettoso dell’art. 62 della Legge n. 27/2012 e contenente, come parte integrante e sostanziale, una griglia condivisa per il pagamento del latte secondo qualità;
elaborare ed approvare rapidamente, con il concorso della filiera, con validità per le tre prossime campagne casearie, il nuovo piano di autoregolamentazione della produzione di pecorino romano basato sulle reali possibilità di vendita nel mondo secondo i dati ISTAT e dati NIELSEN relativamente ai consumi in Italia e che, secondo le nostre valutazioni, consistono in circa 210.000 ql. in pasta alle 24 ore.
Definire, all’interno del limite stabilito dal piano di autoregolamentazione, un sistema di assegnazione delle quote indirizzato, non più direttamente verso le imprese di trasformazione ma verso gli allevatori, fissate in proporzione al latte versato nelle ultime 3 campagne; le quote saranno cedute allo stabilimento al quale l’allevatore deciderà di conferire, volta per volta, il latte.
Perfezionare, con apposite modifiche statutarie, le regole per l’ingresso nel consorzio di tutela degli allevatori non associati e ridefinizione dei criteri per l’esercizio del voto tra le diverse categorie di soci. Occorre comunque tenere presente che lo statuto consortile consente già l’adesione dei pastori al consorzio i quali possono anche farsi rappresentare dalle organizzazioni professionali agricole che avrebbero la delega delle produzioni degli associati. I soci dovranno comunque essere inseriti nel sistema di certificazione;
Apportare le necessarie modifiche al disciplinare di produzione del pecorino romano per:
a) escludere l’utilizzo di latte proveniente da razze diverse da quella sarda e dalle razze storicamente allevate nelle altre aree di produzione esterne alla Sardegna (Lazio e Provincia di Grosseto);
b) aumentare la contribuzione aggiuntiva a carico degli splafonatori;
c) stabilire l’opportunità, codificandola, di produrre, oltre che un pecorino romano da grattugia, un pecorino romano da tavola a basso tenore di sale (massimo 3% ) distinguendolo in due classi di stagionatura (5-12 mesi e 12-24) e contrassegnandolo con specifici bollini similmente a quanto disposto dal consorzio di tutela del parmigiano reggiano;
d) stabilire che la porzionatura e la produzione di grattugiato avvengano nell’ambito della zona di produzione.
Il Consorzio di tutela del pecorino romano dovrà essere autorizzato a ritirare le fascere ai trasformatori non appena raggiungano la quota di produzione autorizzata.
Il Consorzio sarà tenuto a rendere pubblici, in forma aggregata, i dati mensili sulla produzione, ancorchè non certificata, e quelli sulle vendite verso i diversi mercati.
Definire al Tavolo, d’intesa con gli attori della Filiera, i contenuti da porre a base dei: ”compiti di analisi, sorveglianza e monitoraggio delle attività della filiera” affidati dal ministro Salvini, come secondo compito, al Prefetto di Sassari, indicando contestualmente gli enti cui affidare tali compiti.
Occorrerà, tra l’altro, tenere conto dell’esigenza di controllo del rispetto della legge nella contrattazione con particolare riferimento ai contratti di fornitura, avvalendosi, in quest’ultimo caso, dell’apporto dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) già impegnata presso il consorzio del pecorino romano e presso le aziende socie per la verifica dell’art. 62 della legge n. 27/2012.
Relativamente alle campagne promozionali e, sarebbe utile aggiungere, la contestuale ricerca di nuovi mercati, il ministero, attraverso l’ICE, dovrebbe renderci edotti circa le potenzialità di consumo in Cina di latte in polvere precisando quantitativi, aziende interessate e prezzi di acquisto.
Come abbiamo avuto modo di apprendere dalla stampa, ALIMENTA, azienda del Gruppo Cualbu specializzata nella produzione di polvere di latte, ha presentato un progetto di sviluppo che consentirà, a collaudo avvenuto, e quindi tra qualche anno, di lavorare 10 milioni di litri di latte ovino, a fronte, è bene ricordare, di una produzione media annua in Sardegna di 330 milioni di litri.
Avviare le procedure per la costituzione della Commissione Unica Nazionale (C.U.N.);
L’affidamento agli Istituti di ricerca in campo zootecnico dell’incarico di attivare una selezione genetica degli ovini che consenta di garantire un giusto equilibrio nella produzione di latte tra quantità e resa, orientandosi ad elevare quest’ultima attraverso l’incremento percentuale di proteine e grassi. Negli ultimi dieci anni il tenore di proteine e grassi del latte ovino prodotto in Sardegna si è abbassato passando da una percentuale di proteine del 6,64% e di 5,72 di grassi nel 2009 a una percentuale di proteine pari al 6,42% e del 5,57 % di grassi.
La ridefinizione, anche al fine di renderle omogenee, delle modalità di rilevamento dei dati produttivi e di mercato presso gli enti pubblici come ISTAT e ISMEA, non sempre attendibili;
Richiedere alla Regione Sardegna un impegno politico ed amministrativo rivolto a:
finanziare un progetto sperimentale che coinvolga gli Enti di ricerca, l’Università, un campione di imprese di produzione e alcuni caseifici, finalizzato alla destagionalizzazione della produzione del latte e, di conseguenza, degli agnelli;
l’implementazione dell’Osservatorio ovicaprino presso Laore;
a incaricare la SFIRS di condurre un’ attenta analisi economica presso le strutture di trasformazione cooperativistiche per evidenziarne punti di forza e debolezza, suggerendo le misure più idonee ad una crescita di efficienza o individuando misure di aggregazione capaci di affrontare con maggiore serenità il mercato. Un primo obiettivo dovrebbe essere rappresentato dalla costituzione di un organismo unitario di commercializzazione del pecorino romano.